Il caso Markus Rehm

Il saltatore in lungo paralimpico non è stato convocato per gli Europei di Zurigo a causa di possibili vantaggi legati alla sua protesi

1406737159859_Rehm.jpgIl sospetto del cosiddetto tecno doping esclude dai prossimi campionati europei uno dei possibili protagonisti nella gara di salto in lungo. Il primatista mondiale paralimpico Markus Rehm non sarà il nuovo Pistorius. A togliere l’imbarazzo alla Iaaf ci ha pensato la federazione tedesca, scegliendo di non convocare il protagonista assoluto dei recenti campionati nazionali: domenica scorsa Rehm aveva strabiliato tutti volando a 8.24, e battendo il primatista europeo indoor Sebastian Bayer e l’oro degli europei di Barcellona Christian Reif. Tanto per capirci, questo salto pone Rehm al nono posto nelle liste mondiali stagionali, e al quinto in quelle europee.

Che fosse un saltatore di livello si sapeva, ma la federatletica tedesca forse non si aspettava un exploit così dirompente: prima di domenica, Rehm deteneva il primato mondiale paralimpico con 7.95...in un colpo solo si è migliorato di 29cm, superando abbondantemente il minimo di 8.05 fissato dalla Federazione Europea per i campionati continentali di Zurigo.

Una bella gatta da pelare per European Athletics, che non a caso aveva scaricato sulla IAAF ogni decisione in merito. Come la Fidal, anche DLV, la federazione atletica tedesca, ha sposato da tempo il concetto di "Inklusion", consentendo quando possibile la competizione di atleti con disabilità assieme ad atleti normodotati. E come la Fidal, che ha avuto recentemente il caso di Assunta Legnante, (pesista paralimpica che ha fatto il minimo per Zurigo) anche i tedeschi hanno dovuto fare i conti con uno sport paralimpico sempre più competitivo e con le complicazioni che ne derivano, quando si tratta di voler andare fino in fondo col concetto di "inclusione".

Il saltatore Sebastian Bayer era stato tra i primi a sollevare dubbi sulla prestazione di Rehm, sostenendo che la protesi del paralimpico era visibilmente più lunga dell’altra gamba, un possibile vantaggio cui i normodotati non hanno accesso. Sull’incidenza della protesi nella meccanica di salto sta indagando l’alta scuola dello sport di Colonia, studiando video e comparando le prestazioni di Rehm con quelle di altri saltatori normodotati.

Al momento appare evidente che la disabilità di Rehm lo penalizza nella velocità di rincorsa: il paralimpico ha un primato sui 100m di 11"70, laddove i nostri saltatori viaggiano ben al di sotto degli 11" (il triplista Daniele Greco, campione europeo indoor, ha un primato da junior di 10"38, mentre il nostro attuale miglior lunghista, Stefano Tremigliozzi, vanta 10"86). Ne consegue che, apparentemente, l'elasticità della protesi in fase di stacco potrebbe giustificare una fase di volo così lunga partendo da una velocità relativamente bassa. Ma indagini più approfondite richiederebbero la realizzazione di modelli 3d, una spesa di 80mila euro e, soprattutto, tempi di valutazione troppo lunghi per un europeo ormai alle porte. Di qui la decisione di evitare polemiche, escludendo dai convocati uno dei possibili favoriti, e attendendo che sia la scienza a decidere se un atleta comunque formidabile sia o meno avvantaggiato da una protesi.

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  • pubblicato30.07.2014
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