Dopo sei stagioni le strade di Alessandro Gentile e dell'Olimpia Milano si dividono. Troppe e insanabili, ormai, le incomprensioni fra la dirigenza e quello che è stato il più giovane capitano nella storia del club e simbolo della Milano riportata da Giorgio Armani ai fasti di un tempo almeno in Italia. Nella giornata di oggi l'Olimpia ha emesso un comunicato in cui sostanzialmente il presidente Livio Proli e lo stesso Gentile hanno comunicato "di aver concordato una soluzione che a breve consenta al giocatore di concludere la rimanente parte della stagione 2016/17 presso un altro club". Di fatto una separazione immediata e per il giocatore dovrebbero aprirsi le porte di un ingaggio all'estero.
Il figlio del grande Nando Gentile ha militato nell'Olimpia Milano dal 2011 al 2016 vincendo due campionati (2014 e 2016), una Coppa Italia (2016) ed una Supercoppa Italiana (2016). Selezionato con la 53/a scelta assoluta al Draft NBA 2014 dai Minnesota Timberwolves, i suoi diritti sono stati successivamente ceduti agli Houston Rockets. Al termine dell'ultima stagione, culminata con lo scudetto, la decisione dell'Olimpia di trattenere il giocatore in Italia ha portato ad una incrinatura dei rapporti. Gentile ha apertamente criticato la società perché avrebbe voluto andare a giocare in NBA a Houston dall'ex coach di Milano Mike D'Antoni.
"Ho parlato con coach D'Antoni che mi ha manifestato la voglia di allenarmi e sembrava davvero quasi tutto fatto, ma alla fine loro hanno cambiato idea. Non so perché... Bisognerebbe chiederlo a loro", le parole di Gentile. "Se non andrò a Houston spero di poter comunque andare in un'altra franchigia. L'NBA come ho detto è il mio", ha detto ancora la guardia dell'Olimpia. Frasi che non sono piaciute alla società che ha deciso di revocargli la fascia da capitano passata al compagno di squadra e di Nazionale Andrea Cinciarini. Nel frattempo anche il rapporto con il coach Jasmin Repesa non è mai decollato, tanto che i minuti di impiego si sono ridotti sempre di più. Oggi l'epilogo inevitabile di una vicenda che avrebbe rischiato solo di danneggiare il giocatore e l'armonia nello stesso spogliatoio di Milano.
JPI
