Due bravi ragazzi

La "Camera Oscura" di Massimo Angeletti

1405337310818_452113688.jpgI complimenti al furetto Marc Marquez sono d’obbligo. I numeri parlano per lui.

Sole Pioggia o  vento il risultato non cambia. Mi piacerebbe invece soffermarmi sulla gara in moto due, ed in particolare –spinto da uno spirito assai nazionalistico- su Franco Morbidelli e Simone Corsi. Prima di parlare della gara, voglio indugiare sulle qualifiche del sabato.

Al termine della sessione Morbidelli aveva il quinto tempo e Simone Corsi il sesto e nelle interviste successive Morbidelli aveva ringraziato Simone Corsi per avergli insegnato le traiettorie. Infatti era la prima volta che il debuttante nel mondiale entrava nel Sachsenring. Si era stabilito  un legame, non sappiamo se volontario o involontario, tra i due piloti: quello di grande esperienza ed il principiante.

Un legame che si è riproposto in gara, impreziosito dalla battaglia vera. Infatti i due piloti italiani non si sono risparmiati, si sono sfidati a lungo prima che Simone Corsi prendesse il sopravvento e Morbidelli perdesse lentamente terreno fino alla sesta posizione. Ma se il romano/tavulliano ha potuto disputare la miglior gara da quando è entrato nel motomondiale, è grazie a questo insegnamento.

Abbiamo visto però nella battaglia due forti personalità, leali e coraggiose, che hanno fatto onore al motociclismo, sorpassarsi senza complimenti (come deve essere). Speriamo che continuino a darsi battaglia per le prime posizioni e che soprattutto abbiano la continuità per restarci. C’è spesso timore nel sottolineare la scoperta di talenti, temiamo che svaniscano la gara successiva.

Questo legame è l’altra faccia della medaglia di una sfida continua, dove si corre da soli ed il peggior avversario è il tuo compagno di squadra; in questo caso può essere invece uno stimolo per entrambe: giocare a battersi in gara e sostenersi in prova può essere, per quanto lo consente uno sport altamente individuale, una strategia vincente. E non perché uno debba rimanere sempre nelle stesse traiettorie, ma per imparare, fare esperienza.

Abbiamo anche visto che in gara i due piloti seguivano traiettorie completamente differenti a riprova che le qualifiche sono una cosa e la gara è un’altra. Simone Corsi ha un carattere talmente gentile ed educato fuori dalla pista che siamo sicuri abbia accettato con bonomia la situazione (spesso i piloti sui lamentano dei “succhia ruote”, di chi si piazza dietro per sfruttare la scia); Franco Morbidelli ha così tanta voglia di imparare che forse non poteva farne a meno di seguire la scia, ma ha la forza e l’umiltà di ammetterlo. Oltre che due talenti sono anche ragazzi in gamba.

Speriamo di rivedervi così a Indianapolis  il 9 agosto e poi in gara il giorno dopo.

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  • pubblicato14.07.2014
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