De Laurentiis contro tutti

"Tavecchio pensa a mantenere la poltrona, Infront dice bugie"

1506067702917_GettyImages-64966248.jpg"Il sistema calcio non è in crisi, sono in  crisi gli uomini che conducono, non si sa per quale motivo, le danze del calcio, quello di Serie A, che è un'industria, ma lo conducono ancora con quella mentalità vecchia di 20-30 anni, e questa non paga più perché l'Europa è cambiata. C'è un divario tra il calcio europeo e quello italiano".

E' scatenato il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che da Los Angeles attacca i vertici del calcio, fino ad Infront l'advisor della Lega per i diritti tv. Tra i cavalli di battaglia del numero uno del Napoli c'è la riduzione delle squadre in Serie A.

"Nel 1986 le squadre in serie A erano 16, poi siamo arrivati a 20. Se fossero ancora 16 con un sola retrocessione, sarebbero tutti più felici e più competitivi. Poi c'è un altro problema, abbiamo Infront che dice di portare tanti soldi, ma dice delle bugie che vanno bene alle piccole squadre, ma non a chi vorrebbe un calcio competitivo, servono grossi calciatori per farlo".  

"E' chiaro che se devo andare a pagare lo scotto di squadre che giocano con i giocatori della serie B e quindi perdono 6-0, questo è un problema che io ho affrontato varie volte con il presidente Tavecchio, il quale però poiché deve mantenere il suo posto e la sua poltrona ci sente e non ci sente e e continua a dire 'siete voi della serie A che dovete imporvi'. Ma scusa, tu che ci stai  a fare? Sediamoci tutti intorno ad un tavolo e decidiamo, anche con la  Uefa, come rimodulare e rimodellare il calcio affinché accontenti tutti quanti", ha sottolineato De Laurentiis.

Il presidente degli azzurri ha poi parlato del calciomercato. "Nell'ultimo mercato si sono spesi centinaia di milioni. Tutto è cambiato. Prima quando uno faceva un'operazione da 50-60 milioni sembrava chissà che operazione avesse fatto, oggi è diventata una follia. Tutto questo pone un problema al calcio italiano, che è molto indietro. Gli spagnoli hanno un Amministratore delegato che la vede lunga e in 3 anni ha risanato il loro calcio - ha aggiunto De Laurentiis - La Liga per l'estero prende 700 milioni, noi dobbiamo accontentarci di 300 o 400 milioni. Se De Siervo (ad di Infront)   non è in grado, non è capace di guidare una Ferrari e invece vuol  dimostrare di guidare una Fiat, ha sbagliato casa, può accontentare le piccole squadre che hanno paura di non arrivare alla fine del mese".

"C'è un problema da distinguere tra economico e finanziario. Noi per poter pagare il finanziario delle piccole squadre, dobbiamo rinunciare  all'economico. Quindi ci dobbiamo accontentare. Noi stiamo vendendo oggi il prodotto per quattro anni, ma non sappiamo cosa succederà nel mondo nel prossimo biennio, con Amazon e tutti gli altri grandi player che si stanno assestando, vendere oggi   per quattro anni è da folli, stupidi e mentecatti. Ma perché dopo Bucarelli, che era un illuminato, devo avere un De Siervo che viene dalla Rai, che non mi sembra che facesse del calcio cose o vendite pazzesche".

"Con tutto il rispetto che posso avere per De Siervo, gli direi: 'Caro Luigi, tu sei un semplice advisor, ti mettiamo qualcuno dei nostri, che scegliamo, vicino, e vai a fare le trattative, ma non puoi trattare per cifre al di sotto del calcio spagnolo. Loro hanno il  Real Madrid, il Barcellona, l'Atletico Madrid, grandissime squadre, ma noi abbiamo Juventus, Napoli, Milan, Inter, Roma, Lazio, Fiorentina".        

"Quando sento dire da De Siervo che lui porta 300 milioni, gli vorrei   dire che noi 'siamo stati schiavi di quel paravento di Silva' che ci   ha imbrogliato per 15 anni dandoci noccioline e non facendo sviluppare  il calcio all'estero. Quando sento parlare di Suning, dico che non può  intervenire in queste trattative: è il presidente dell'Inter, che fa?   Va al gioco al ribasso? Non va bene", ha concluso De Laurentiis.

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  • pubblicato22.09.2017
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