Ci risiamo: in un colpo solo, con la vittoria di Assen, Valentino Rossi ottiene il consolidamento della sua leadership in classifica generale e mena una bastonata psicologica ai suoi più diretti avversari, Lorenzo e Marquez e ristabilisce alcuni valori. Lorenzo ha dovuto subire la supremazia di Rossi per tutti e tre i giorni olandesi, fin dalle prove e dalle qualifiche. In gara non è mai stato in grado di avvicinare il duo di testa proprio nel momento del suo massimo splendore, arrivando da quattro vittorie consecutive ed avendo recuperato 28 punti al dottore.
Per Marquez il discorso è leggermente diverso, perché lui veniva da una serie negativa di risultati e trovarsi a ribattagliare con Rossi deve essere stata una bella boccata d’ossigeno, ma si è dovuto anche ricordare che Rossi è Rossi e non fa sconti a nessuno: Per quanto grande tu sia lui è il più grande e vuole questo decimo titolo a tutti i costi.
Con la moto a posto il dottore è ancora in grado con la sua classe di far la differenza. Anche il sorriso beffardo e scanzonato di Marquez in Olanda si è afflosciato lasciando spazio a frasi scomposte che mal celavano il disappunto per la sconfitta. Anche tutta la retorica dell’allievo che supera il maestro si smonta e Rossi rimane il maestro e gli altri gli alunni, non c’è amicizia ma solo rivalità.
E a nostro avviso bene ha fatto la Direzione corsa a lasciare le cose come stavano. Se non fosse stato per la spinta ricevuta da Marquez Rossi non avrebbe tagliato l’ultima curva prima del traguardo, e con quella entrata oltre il limite Marquez, senza ostacoli, sarebbe uscito di traiettoria se non di pista e Rossi avrebbe percorso il tracciato vincendo ugualmente.
Si rassegni anche il giovane Marquez, come hanno fatto tanti prima di lui, che dal dottor Rossi c’è ancora molto da imparare, tanto più in un circuito, Assen che viene considerato l’Università del motociclismo, e da oggi più che Dottore Rossi possiamo chiamarlo “Professore”.
