La boxe rischia di stare fuori a Tokyo 2020

Scandali finanziari e di verdetti dei match minano la credibilità

sport_focus_image818d9920bfc9868de6852a235115eb78.jpgIl Cio tiene ancora sotto stretta osservazione il pugilato, disciplina che continua "a rischiare seriamente" l'esclusione dal programma dell'Olimpiade di Tokyo 2020.

Lo ha spiegato il presidente del Comitato internazionale olimpico Thomas Bach, precisando che "non è certo un problema personale, ma legato a fatti molto seri".

Gli scandali finanziari che hanno minato la credibilità dell'Aiba e del suo presidente Ching-Kuo Wu, costretto a dimettersi, sono andati ad aggiungersi a quello dei verdetti scandalosi della boxe che è un problema annoso ai Giochi ma che in occasione di Rio 2016 è parso più grave del solito.

In più al Cio non è piaciuto il fatto che attuale presidente 'ad interim' dell'ente internazionale del pugilato olimpico sia l'uzbeko Gafur Rakhimov, personaggio molto discusso e rimasto coinvolto in passato in indagini su traffici di droga.

"Qui si tratta - ha detto ancora Bach parlando dell'Aiba - di questione molto serie, di governance, finanziarie e d'integrità sportiva".

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  • pubblicato03.05.2018
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