Capello: 'Milan? Meglio comprare solo 3 top player'

L'ex tecnmico rossonero: 'La squadra andava rinforzata nei punti deboli'

1508746014942_GettyImages-673484932.jpg"Quando si fanno le rivoluzioni, con tanti giocatori, bisogna dare tempo all'allenatore. Forse l'errore e' un altro: la squadra andava rafforzata nei punti deboli. Piu' che comprare tanti giocatori, era meglio prenderne tre importanti che facessero la differenza davvero".

Fabio Capello, ospite di "Radio Anch'io Sport" su RadioUno, analizza cosi' il difficile momento del Milan.

"Diamo pero' a questa dirigenza il tempo di capire cosa devono fare. Sono arrivati in un grande teatro con un grande pubblico, vediamo se saranno in grado di sopportare questa pressione".

"Il Milan cinese? Non se ne parla molto qui in Cina, si sa poco. Si chiacchiera, però non c'è certezza sul   futuro del Milan, si parla di più dell'Inter. E' una squadra di casa   nostra, Suning. E' un peccato che il Milan, e lo dico da sportivo e da  uno che ha lavorato al Milan, che dopo aver speso tanto si trovi in questa situazione".

L'allenatore esclude poi categoricamente un suo possibile ritorno sulla panchina del Milan. "Io di nuovo in rossonero? No, Capello ha da  fare. Al Milan ha già dato. Volevo come ultima esperienza tornare ad   allenare una squadra di club e mi è stata proposta questa esperienza   in Cina dopo di che andrò in vacanza", ha spiegato 'Don Fabio'.

"Sono sempre stato favorevole alla Var, ho pagato caro il fatto che non ci fosse per un gol dentro di mezzo metro con l'Inghilterra ai Mondiali. La Var aiuta e molto ma credo che vada valutata attentamente in certi episodi. Ci sono sfumature che vanno visionate non solo sotto l'aspetto arbitrale ma anche dal punto di vista della dinamica di gioco, capire perche' il fallo avviene, l'equilibrio, cosa c'e' dietro".

"La Nazionale e' l'emozione di un calciatore, dobbiamo tenercele strette. Voglio vedere la gente urlare di gioia e speriamo di tutto il cuore che succeda a San Siro, non possiamo pensare a un'Italia che non va a giocare i Mondiali". 

"L'Italia e' sempre nel cuore ma ho avuto la fortuna di lavorare in Spagna, in Inghilterra, in Russia e ora in Cina e mi sono arricchito, perche' solo viaggiando ci si arricchisce. Quella allo Jiangsu Suning e' la mia ultima esperienza, volevo tornare ad allenare una squadra di club e ci sono riuscito, ho ancora un anno di contratto e poi vado in vacanza".

Fabio Capello quindi esclude un ritorno in Italia, apprestandosi a vivere gli ultimi mesi da allenatore. Arrivato a meta' stagione, il tecnico friulano ha centrato l'obiettivo salvezza "con tre giornate d'anticipo e ora stiamo programmando la prossima stagione. Mi trovo bene qui, e' un'esperienza completamente nuova, un calcio diverso ma in crescita grazie a coloro che sono arrivati prima di me, grandi allenatori come Cannavaro e Lippi. Si sta ora cercando di portare un certo tipo di gioco, qualcosa di diverso per aiutare la Cina a crescere. Gli stadi qui sarebbero gia' pronti per ospitare un Mondiale, non manca niente. Bisogna solo far crescere il calcio cinese e continuando su questa strada, fra dieci anni, la Cina potra' essere fra le nazionali emergenti del calcio mondiale".

Capello continua pero' a seguire il calcio italiano e se da un lato ammette che "oggi c'e' poco coraggio nel lanciare i giovani, andrebbe fatto qualcosa di diverso nel settore giovanile", dall'altro non si e' pentito di aver fatto le ore piccole sabato per vedere Napoli-Inter. "Ho visto un grande calcio come da tanto tempo non ne vedevo in Italia, l'arbitro e' intervenuto pochissimo perche' la palla viaggiava a mille all'ora. Si sono confrontati due stili molto diversi ma e' valsa la pena svegliarsi alle 2.30".

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  • pubblicato23.10.2017
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