Aspettando la Parigi-Roubaix

Kristoff punta alla doppietta, ma dovrà fare i conti con Boom e Wiggins

sport_focus_imagead7e4f0ad850b3c32ed4c2425bf56009.jpgSi corre domenica la 113ª edizione della Parigi-Roubaix, la più affascinante tra le classiche di ciclismo, la più dura fra le corse in bicicletta.

Il norvegese Alxander Kristoff, vincitore domenica scorsa del Giro delle Fiandre, mira a realizzare una favolosa doppietta. Rivale accreditato per la vittoria finale anche l'olandese Lars Boom, che viene dal ciclocross e sa come muoversi sui sassi. Insegue il successo anche Niki Terpstra, l'olandese secondo al Fiandre e al Gand, e poi il tedesco Van Avermaet e lo slovacco Peter Sagan, entrambi già in gran forma e soprattutto a loro agio sul terreno della Roubaix.

Tutti dovranno vedersela con Bradley Wiggins, alla sua ultima apparizione in una classica e deciso a prendersi la corsa che più ama e che ancora manca al suo palmares. Il baronetto inglese, re del Tour 2012, olimpionico e campione del mondo, infatti concluderà qui a 35 anni la sua carriera su strada per dedicare alle sole gare su pista gli ultimi scampoli di attività agonistica che l'età gli concede. 

Fra gli azzurri c'è attesa per un possibile colpo di Filippo Pozzato capitano della Lampre, spinto da Davide Cimolai e dal giovanissimo Niccolò Bonifazio. In vista anche il sempreverde Luca Paolini, e i giovani Daniel Oss e Matteo Trentin.

Al via 249 corridori di 25 squadre. Si parte da Compiegne e si corre per 253 km, vari tratti su strade sterrate e soprattutto ben 52,7 km sul pavè, cioè la terribile strada lastricata di ciottoli. Più che una gara, una corsa di sopravvivenza, che spesso costringe al ritiro per cadute o rottura di biciclette. 

La Parigi-Roubaix, detta anche 'l'inferno del nord' per la sua durezza, è la gara con cui si sono misurati i più grandi di sempre, è fatta di resistenza, selezione dura, e in genere i vincitori arrivano in solitaria al traguardo. Qui vinse per distacco Fausto Coppi nel 1950 e l'anno prima il fratello Serse, in una edizione dal finale rocambolesco, con un gruppo di corridori che era in vantaggio sugli altri ma sbagliò strada e andò altrove.

Francesco Moser qui ha vinto tre volte di seguito (1978-79-80), Felice Gimondi ci riuscì nel 1960 e Franco Ballerini nel 1995 e 1998. L'ultimo italiano giunto per primo al traguardo è stato Andrea Tafi nel 1999. I tratti in pavè quest'anno sono 27 e come da tradizione sono numerati in modo decrescente. I peggiori per i ciclisti sono quelli di sempre, cioè la 'foresta d'Arenberg (numero 18, lungo 2,4 km), il Mons-en Pevele  (10, per 3 km) e infine le Carrefour de l'Arbre (4, di soli 2,1 km, ma durissimi).

Le previsioni meteo dicono niente pioggia lungo il tragitto, e quindi nemmeno fango, in compenso ci sarà come sempre molta polvere, altro elemento tipico di questa grande gara del nord che apre la stagione dei grandi giri. 

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  • pubblicato10.04.2015
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