Bertarelli: 'Basta tecnologia nell'America's Cup'

Il patron di Alinghi: "I giovani decideranno la vela del futuro"

sport_focus_imagec8b6610d5ee279c062a4353266475ef9.jpg"Per adesso non ho nostalgia dell'America's Cup. Ho vinto due volte il trofeo, nel 2003 ad Auckland e nel 2007 a Valencia, abbiamo innovato anche la formula dell'evento, riscuotendo grande successo internazionale. Trovo che ora non ci sia più innovazione nel trofeo".

Così Ernesto Bertarelli, patron di Alinghi, due volte vincitore del prestigioso trofeo velico, parla della nuova formula dell'America's Cup.

"Si cambiano le barche, troppo spesso secondo me, dal 2010 a oggi sono cambiate tre volte, ma non c'è lo spirito giusto - spiega -. Il problema dell'America's Cup? E' una competizione troppo sbilanciata sugli aspetti della progettazione piuttosto che sul fattore umano. Tra l'altro, a oggi, i team iscritti all'edizione del 2021 sono pochi. Un'America's cup basata solo sullo sviluppo della barca è meno interessante di una in cui vengono valorizzati la squadra e il talento dei velisti che ne fanno parte. Noi di Alinghi adesso non ci pensiamo. Saranno i giovani a decidere la vela del futuro".

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  • pubblicato30.05.2018
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