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​A Sestola exploit di Ciccone

Stacca tutti in salita e conquista la frazione. Maglia rosa a Jungels

1463508327105_Giro Ciccone podio.jpgNel giorno in cui Gianluca Brambilla torna nei ranghi e consegna la maglia rosa al suo compagno di squadra Bob Jungels, l'Italia del ciclismo scopre il talento di Giulio Ciccone, autore di una bella impresa sulle montagne dell'Appennino emiliano care ad un campione dello sci come Alberto Tomba.

Con i suoi 21 anni, Ciccone è il terzo italiano più giovane a vincere una tappa al Giro, meglio di lui solo Fausto Coppi e Luigi Marchisio: numeri da predestinato per il ragazzo di Chieti al primo anno di professionismo. Per i colori azzurri è la terza vittoria al Giro, dopo i successi firmati Ulissi e Brambilla. Esce di scena, invece, uno dei protagonisti più attesi, il basco Mikel Landa messo ko da una gastroenterite.

Scalatore della Bardiani, un sesto posto al Tour dell'Avvenire 2015 nel palmares, Ciccone ha compiuto un capolavoro andando in fuga prima del Pian del Falco (7,5 km di salita al 13% fino ai 1350 metri) e completando l'opera in discesa dove si è liberato dei compagni di fuga, i connazionali Pirazzi e Cunego, ultimi superstiti di un'azione che aveva visto inizialmente protagonisti una dozzina di corridori. "La giornata più bella della mia vita, un sogno che si realizza. Finalmente una vittoria", dirà a fine gara travolto dall'emozione. "E' stato bravo, lo seguiamo da tempo, ha fatto buone cose negli ultimi due anni. Sta crescendo bene e in salita va forte", lo battezza il ct azzurro Davide Cassani.

Mentre Ciccone volava verso la vittoria, i big facevano corsa a sé. Sul Pian del Falco sfumano i sogni di Gianluca Brambilla, eroe dell'Alpe di Poti e maglia rosa dopo due giorni vissuti da leone. Ma il veneto è encomiabile lo stesso perché una volta capito di non averne si mette con altruismo a disposizione del compagno di squadra, il lussemburghese Bob Jungels, che in classifica lo seguiva ad un solo secondo.

Brambilla si stacca in salita, poi rientra in discesa nel gruppo dei migliori, ma sul successivo strappo finale dà tutto quello che gli resta in favore del compagno cui praticamente consegna la maglia di leader della classifica. Tra i big - che arrivano tutti staccati di 2' da Ciccone - Valverde guadagna quattro secondi su Nibali approfittando di un buco. "Ho deciso io di mettermi al servizio di Jungels - spiega Brambilla nel dopo gara - mi sembrava giusto gratificare la squadra per tutto quello che ha fatto per me. Mi spiace non essere in rosa domani che si va nel mio Veneto ma la squadra viene prima di tutto".

Ora in classifica Jungels precede di 26" il costaricano Amador e di 50" lo spagnolo Valverde anche oggi davanti. Nibali è 5° a 52", Brambilla segue alle sue spalle a 1'11". Dalla classifica sparisce uno dei protagonisti più attesi, Mikel Landa, che saluta il Giro al km 66. Doveva primeggiare sulle grandi montagne, una gastroenterite lo ha fermato alla prima collinetta, il Passo della Collina, non proprio lo Zoncolan. Landa non è l'unica vittima di oggi. Sull'Appennino modenese lascia le penne anche Tom Dumoulin, che incassa la bellezza di 13' di ritardo, quanto basta per toglierlo dai giochi. E alla partenza non si era presentato Fabian Cancellara, protagonista mancato di un Giro che, aspettando l'acuto dei suoi tenori, ad oggi è il Giro dei Brambilla e dei Ciccone.

Domani undicesima tappa, da Moena ad Asolo di 227 km. Frazione divisa nettamente in due parti: la prima totalmente pianeggiante da Modena fino ai piedi di Asolo di circa 200 km e una seconda molto più complessa e articolata che porta all`arrivo. Dopo Maser si affronta la salita breve, ma molto impegnativa della Forcella Mostaccin (fino al 16%) con successiva discesa impegnativa che porta alle colline di Monfumo e Castelcucco con una serie di saliscendi che immette sulla salita finale di Asolo.

A 5 km dall`arrivo si sale verso Asolo con una rampa di 1 km attorno al 7% che immette nel centro storico. Nel 2010 vinse Nibali.

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  • pubblicato17.05.2016
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