16-03-2009 15:03

Auguri Trap!

70 candeline per l'allenatore che ha scritto la storia del calcio italiano

FIFA AUGURI A TRAPATTONI
 Sulla torta ricca di vittorie di Giovanni Trapattoni splendono 70 candeline. Il ragazzo che parti' da Cusano Milanino (dov'e' nato il 17 marzo 1939) alla conquista del mondo del pallone, e' il personaggio che in Italia (e non solo) ha vinto piu' di tutti, prima da giocatore, poi da allenatore. Col Milan di Nereo Rocco ha conquistato due Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, due scudetti e una serie di trofei considerevole, giocando 274 volte in serie A (tre gol) e 17 in Nazionale. In azzurro, e' passato alla storia per avere immobilizzato Pele' a San Siro, il 12 maggio 1963, in un'amichevole vinta dagli azzurri per 3-0.
 
"O rey" confesso' poi di avere la febbre, ma Trap non gli fece toccar palla. L'asso brasiliano fu sostituito da Quarentinha dopo 26'. Ancor piu' nutrito il bottino di successi dell'allenatore Giovanni Trapattoni: una Coppa dei Campioni con la Juve, una Coppa Intercontinentale, tre Coppe UEFA, una Coppa delle Coppe e ben dieci scudetti (sette in Italia, uno col Bayern Monaco, uno col Benfica e uno con il Salisburgo, in Austria). Naturalmente ha conquistato un corollario di altri trofei che sarebbe lungo elencare. L'esperienza da c.t. azzurro non e' stata fortunata. Adesso ce lo ritroveremo contro da avversario a Bari (e' c.t. irlandese) per il primato del girone di qualificazione ai Mondiali del Sudafrica.
 
Ma sarebbe riduttivo ricordare solo i trionfi del Trap nel mondo del calcio, perche' il personaggio merita ben altra considerazione. Chi scrive lo ha frequentato per oltre quarant'anni, ha avuto a che fare con il suo pragmatismo, con il suo decisionismo e anche con i suoi contorti giri di parole per far capire, ai microfoni della tv o all'uditorio di una conferenza stampa, quel che voleva dire...senza dirlo apertamente. Giovanni Trapattoni e' cresciuto alla scuola di Nereo Rocco, di cui spesso ricorda le doti umane, che lo hanno ispirato prima da giocatore, poi da tecnico piu' vincente d'Italia: "Forse Liedholm o Viani -racconta spesso- erano in grado d'insegnarti tecnicamente piu' del Paron, ma quello che Rocco ti dava nel rapporto umano era impareggiabile.
 
Lui ti aiutava a maturare: dietro quella apparenza di sempliciotto c'era una robusta cultura che ti apriva la strada alla comprensione dei fatti della vita. Oh, il Paron non era solo un allenatore. E io mi considero un suo figlio, come altri miei compagni. Lui non faceva mai lo smargiasso, rispettava gli avversari e li temeva. Io mi sono sempre ispirato a lui, anche se ora si va in campo con una preparazione diversa e con mezzi tecnici diversi da quei tempi". Dopo aver preso il posto di Rocco sulla panchina rossonera in tempi magrissimi, un giorno si senti' chiamare dall'Atalanta, dietro cui c'era la Juventus: in bianconero  spicco' il volo, entrando nell'elenco dei tecnici che hanno vinto di piu' in campo internazionale. Con i giornalisti, Trapattoni ha avuto sempre un rapporto molto particolare, a volte molto rude, ma spesso li ha aiutati: "Oggi mi fermo qui -diceva talvolta-, altrimenti domani cosa scrivete ?".
 
Nonostante tutte le vittorie e le sue conoscenze, il Trap e' rimasto un uomo semplice e alla mano: e' socio di un'officina meccanica del suo amico Pasquale vicino a casa. Recentemente ci ha ricevuto fra i trofei vinti e le magliette indossate in sessant'anni di calcio. Ma un posto di rilievo, nella galleria di ricordi, occupa la figurina Panini della stagione 1962-63, con la maglia del Milan. "Quand'ero giovane -ci ha detto-, la tv c'era e non c'era ed entrare nelle figurine era il massimo della vita: eri arrivato. I ragazzini si passavano le figurine tra di loro e tu ti chiedevi se valevi piu' di un compagno o del giocatore di un'altra squadra".
 
Giovannin (cosi' lo chiamava Rocco) ha avuto sempre il culto del lavoro e del sudore sul campo. Ma nel calcio ci vuole anche fortuna: "Ho corso e lavorato molto nella vita. Poi, come tutti, sono arrivato davanti a un passaggio a livello. I passaggi a livello per me si sono aperti subito, per altri non si sono
aperti mai, oppure li hanno fatto aspettare molto. Ma di arrivare sono sempre arrivato col le mie forze." C'e' stato chi ha raccolto pedantemente i suoi discorsi, chi lo ha preso in giro per certe sue orazioni criptiche, ma crediamo che un po' tutti vogliamo oggi bene a Giovanni Trapattoni: ci fara' una certa impressione sentirlo parlare in inglese. Maccheronico, ma chiarissimo, come sempre. Sara' il prossimo primo Aprile: ci sta preparando un bel pesce?

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